N.O.F.4
Nannetti.Oreste.Fernando
“Come una farfalla libera sono io…” – NOF4
«…sistema telepatico mi sono arrivate che vi paiono strane ma sono vere […] io sono un astronautico ingegnere minerario nel sistema mentale. Questa è la mia chiave mineraria. Sono anche un colonnello dell’astronautica mineraria astrale e terrestre.»
“La storia di Nannetti Oreste Fernando, internato per 40 anni all’Ospedale Psichiatrico di Volterra, sarebbe rimasta anonima come quella dei suoi compagni di reclusione se egli non avesse lasciato una testimonianza straordinaria della sua presenza:
ogni giorno durante l’ora d’aria Nannetti ha scritto sul muro del cortile servendosi di una fibbia, e in quella sorta di diario murale lungo 180 metrici ha consegnato la mappa mentale del suo ‘essere al mondo“.
(Neo Psichiatria – Edizioni dal Cerro pag. 35)
Biografia:
NOF4, pseudonimo di Fernando Nannetti (Roma 3/10/1927- Volterra 24/11/1994), è stato un incisore italiano. Durante la reclusione presso l’ospedale psichiatrico giudiziario, fu autore di un ciclo di graffiti considerato un capolavoro dell’Art Brut
Figlio di padre sconosciuto (indicato su tutti gli atti, come d’uso all’epoca, con la sigla NN e di Concetta Nannetti, Oreste (nome d’invenzione che lo stesso Fernando si attribuì per dare maggiore imponenza alla sua persona), all’età di sette anni, fu affidato a un’opera di carità e poi, a dieci anni, fu ricoverato in una struttura per persone affette da problemi psichici.
A causa di una grave forma di spondilite (un infiammazione della colonna vertebrale), fu ricoverato per lungo tempo all’ospedale Carlo Forlanini a Roma.
Dopo la licenza elementare pratica diversi mestieri, tra cui quello di apprendista elettricista, questo lo porterà a una esperienza lavorativa all’Eur a Roma, ha la fortuna di collaborare con Gino Severini, artista futurista, il Nannetti lo aiuta a installare un impianto elettrico.
Dopo la guerra si mette in ricerca della madre al suo paese di origine della Maremma, qui la donna si è rifatta una famiglia.
Arrivato busserà a quella porta ma ella le risponde di andarsene, continuerà a bussare ripetute volte ma la madre gli urla “che non vogliono matti in casa”.
Fernando resterà tutta la notte su un masso vicino all’abitazione della madre, i vicini raccontano che lo sentono piangere per tutta la notte.
Tornerà a Roma, ed è li che nel 1948 all’età di 21 anni durante una manifestazione di lavoratori, si macchia di reato di oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale,
quando fu processato il 25 settembre 1948 il giudice lo proscioglie per “vizio totale di mente“.
Trascorse i successivi anni nell’ospedale psichiatrico di Santa Maria della Pietà a Roma, prima di essere trasferito, nel 1958, nell’ospedale psichiatrico di Volterra.
Nel 1959 fu trasferito nella sezione giudiziaria “Ferri” del complesso volterrano. Dal 1961 al 1967 fu invece nella sezione civile “Charcot” del manicomio, per poi tornare al “Ferri” fino al 1968. Fu affidato alternativamente alle due strutture fino alla dimissione. Nel 1973 fu assegnato all’Istituto Bianchi e, come molti altri ex-pazienti, visse a Volterra fino alla morte, avvenuta nel 1994.
Nannetti scrisse un gran numero di lettere e cartoline a parenti e personaggi, firmandosi con le sigle “Nanof”, “Nof” o “Nof4” e definendosi, senza soluzione di continuità, astronautico ingegnere minerario, colonnello astrale, scassinatore nucleare o “Nannettaicus Meccanicus – santo della cellula fotoelettrica”‘.
La sigla NOF venne da lui stesso risolta, di volta in volta, come “Nannetti Oreste Ferdinando” o “Nucleare Orientale Francese” o, ancora, “Nazioni Orientali Francesi”, mentre il «4» costituiva il riferimento alla matricola che aveva ricevuto all’entrata della struttura.
I graffiti
Negli anni di degenza al Ferri, Nannetti incise una serie di graffiti sugli intonaci del complesso, utilizzando le fibbie delle cinture che facevano parte della divisa degli internati. Una prima serie, lungo 180 metri e alto in media due, correva intorno al padiglione dell’istituto Ferri. L’altro, lungo 102 metri e alto in media 20 centimetri, occupava il passamano in cemento di una scala. I due cicli erano organizzati come un sorta di racconto per immagini.
Nei “racconti”, Nannetti afferma di poter comunicare telepaticamente con personaggi – definiti alti, spinacei, naso ad Y – e narra la conquista di mondi sconosciuti e terribili guerre combattute con armi altamente tecnologiche, nel racconto si intrecciano magie alchemiche e selve di tralicci metallici e antenne.
https://it.wikipedia.org/wiki/NOF4
Il Nannetti viene così descritto dall’infermiere che lo seguiva Aldo Trafeli:
“Il Nannetti stava sempre solo, un ragazzo un pò taciturno, non parlava mai con nessuno, non dava mai noia a nessuno….stava sempre a scrivere i muri; praticamente non faceva altro questo ragazzo, a volte si aveva la soddisfazione di vedere quel che scriveva. Noi dovevamo essere attenti, addirittura dovevamo levargli i fiammiferi e i pezzettini di ferro, in modo che non si facesse male. Tante volte facevo finta di non vederlo, lui stava li a scrivere, con la fibbia del panciotto e io non gliela levavo. Prima faceva l’impaginazione e poi cominciava a scrivere.”
(Neo Psichiatria – Edizioni dal Cerro pag. 15)
La particolarità dell’opera di Nannetti è l’impaginazione, delinea un rettangolo, la sua pagina dove scrivere parole, raffigurazioni e disegni. Fa questo con la fibbia di metallo del suo panciotto. Realizza il suo libro nelle ore d’aria, due al giorno, e anche grazie all’indulgenza degli infermieri che lo lasciano lavorare perché “non dà noia a nessuno”. Da notare che Nannetti scrive le sue parole intorno alle teste dei pazienti catatonici seduti sulle panchine, contornando le loro teste come si vede nelle foto.
I graffiti nel cortile del padiglione Ferri
Alcuni versi del graffito:
“Nannetti Fernando nato a Roma il 3-10-1929 – moro spinaceo castano alto 1,65”
“Come una farfalla libera sono io
Tutto il mondo è mio
tutti fo sognare”
“L’elemento ammonio si allunga e si accorcia….“
Da notare la particolarità, arrivato alla fine del suo riquadro della “pagina” , invece di procedere a capo ripartendo dal margine sinistro, torna indietro capovolgendo le lettere. Nannetti scrive facendo uso di uno stile telegrafico privo di punteggiatura.
“Il mangiatore di spaghetti”
“Amplificalli a mezzo di steoscopio sneiz televisivo l’apparecchio di televisione A. Macchi ” (disegno antenne con onda sonora)
“Rosso dischi volanti (disegno) Era spaziale atomica lancio missili volanti ore 17 del 1940 interferenza 5 N arrivo ore 0 calore di fusione valore 0,5 ionizzata a 2400 Lancio missione……”
disegno della caravella S. Maria, molto simile allo stemma sulle sigarette nazionali di quegli anni
“Adamo Noè e la sua arca” (disegno dell’arca con vecchio) “Eva e l’albero di melo e vipera” (disegno dell’albero con serpente)
“Il passo chiodato avanza su tutta Europa senza contrasti territoriali L’Europa e missionaria fritta nel suo……”
Le lettere e gli scritti di Nannetti (circa 1700 pagine), in ossequio alle normative vigenti, furono distrutti dopo la sua morte, non essendoci alcun parente in vita che potesse reclamarne la proprietà. Erano, tuttavia, stati fotocopiati per tempo.
Una selezione di queste opere fotocopiate sono incluse nel libro:
Neo Psichiatria Esistere nella follia a cura di Angelo Lippi e Mino Trafeli –
Edizioni dal Cerro.
I graffiti, dopo la chiusura e l’abbandono dell’ospedale psichiatrico, sono andati incontro a un rapido deterioramento anche se coperti da una tettoia in lamiera; al 2011 si stima che ne rimangano integri solo 53 metri.
Nel 2010 la Onlus Inclusione Graffio e Parola di Volterra è stata incaricata dalla ASL5 di Pisa, al distacco di parte del graffito e successivamente alla sua salvaguardia e valorizzazione storica e culturale. Nel 2012 ha staccato grazie a Regione Toscana ex ASL5 e Comune di Volterra, 8 metri di graffito inserendolo nel museo della ex psichiatria volterrana presso il museo Lombroso. La Onlus è l’unica associazione incaricata alla gestione delle visite guidate al museo e agli ex padiglioni, compreso il reparto dove Nannetti creò la sua opera d’arte. Dal 2012 organizza eventi, mostre, performance tutte dedicate all’opera di NOF4, riportando sul territorio tutte le rappresentazioni artistiche ispirate al graffito.
https://www.inclusionegraffioeparola.it/chi-siamo/
Vi consiglio la lettura di questo libro:
“Io e Fernando, la storia di N.O.F. 4 raccontata da Aldo Trafeli”
Il racconto della vita di Oreste Fernando Nannetti dalle parole dell’infermiere Aldo Trafeli che riuscii ad entrare nel suo mondo.
Bandecchi & Vivaldi Pontedera, 2022
https://www.amazon.it/Fernando-storia-F-4-raccontata-
Link di approfondimento:
Art Brut : https://it.wikipedia.org/wiki/Art_Brut
Video in rete su NOF4:
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