Arrivando a Campo dei Fiori, ci si trova immersi nell’ atmosfera del mercato, fra banchi che vendono le cose più svariate dai souvenir alle magliette, spezie e cibi etnici. Fra i richiami dei mercanti romani, indiani e senegalesi, in questa atmosfera quasi dimentico lo scopo della mia ricerca, il monumento a Giordano Bruno.

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Monumento Giordano Bruno Roma, Campo de’ Fiori


Nel vederla mi sono tornate alla mente le scene del film: Giordano Bruno, del 1973 diretto da Giuliano Montaldo e con Gian Maria Volonté nei panni di Giordano Bruno.
Il tragitto dal carcere del Governatore a Tor di Nona al patibolo, Giordano incatenato con la mordacchia in bocca, il sangue che esce dalla bocca nel tentativo di poter continuare a difendere le sue idee.


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scena del film: Giordano Bruno del 1973, diretto da Giuliano Montaldo e con Gian Maria Volontè che interpreta di Giordano Bruno

Non sono uno studioso delle idee e teorie del filosofo nolano, e lascio agli esperti e addetti ai lavori giudizi e risposte, questo però non toglie che la sua storia mi faccia sorgere delle domande, ma vediamo in breve i fatti relativi a Giordano Bruno e la storia del relativo monumento:

Papa Clemente VIII, Ippolito Aldobrandini, eletto il 30 gennaio 1592, mise mano a una riforma della chiesa e del clero, cerco di limitare il banditismo a Roma e i delitti comuni con particolare severità verso quelli commessi dalla nobiltà, furono trenta le condanne a morte durante il suo pontificato, la maggioranza delle quali al rogo.
L’11 settembre 1599 era stata decapitata la giovane Beatrice Cenci, il papa volle dare una pena esemplare, o appropriarsi dei beni della famiglia Cenci?

Vedi articolo su Beatrice Cenci

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Clememte VIII, stampa d’epoca


In quegli stesso periodo si celebrava il lungo processo a Giordano Bruno, durato ben 8 anni, accusato e denunciato di eresia dai suoi stessi amici il 23 maggio 1592 a Venezia e lì processato, il papa pretese l’estradizione a Roma nel 1593, e fu recluso nelle carceri del Sant’Uffizio, che per ordine di Paolo V, nel 1569, erano state edificate vicino San Pietro “per custodirvi con maggiore sicurezza i seguaci dell’eretica pravità”

Ritratto di Giordano Bruno da https://it.wikipedia.org/wiki/Giordano_Bruno

Ritratto di Giordano Bruno pubblicato la prima volta nel 1824, 
basato su un presunto ritratto a incisione, anonimo, del 1715,
secondo alcuni riproduzione, a sua volta, di un ritratto realizzato durante la sua vita
(ca. 1578), oggi andato perduto.

Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=52557

Nato a Nola, nel 1548 nel regno di Napoli, da Giovanni uomo d’armi di modesta condizione e Fraulissa Savolino piccola proprietaria agricola, fu battezzato col nome di Filippo, a 17 anni entra come novizio nel convento di San Domenico Maggiore a Napoli, già durante il suo noviziato viene sospettato di opinioni eretiche, e di “disprezzare il culto di Maria e dei Santi”

Nel luglio del 1575 si laurea in teologia, ed è in questo periodo che inizia a difendere la dottrina di Ario e la negazione del dogma della Trinità, facendo partire un accusa nei suoi confronti presso la procura dell’ordine a Roma.
Questo lo porterà a fuggire poi da Roma dove si era trasferito e a iniziare una peregrinazione in Italia e poi in Europa.
Durante questo periodo insegna in prestigiose università europee, e ha contatti con re e principi, scrive numerose opere e trattati con i suoi studi e le sue idee.
Nel agosto del 1591 torna in Italia e arriva a Venezia, durante questo periodo viene ospitato da Giovanni Mocenigo, nobile veneziano che sperava di trarre profitto dagli insegnamenti del filosofo, ma Mocenigo insoddisfatto dell’insegnamento e sospettoso dell’ortodossia di Bruno lo denuncia per eresia il 25 maggio 1592.

Durante i lunghi anni di processo fra accuse e tentativi di farlo abiurare i vari capi di accusa nei confronti di Bruno furono:

Negazione della Trinità
Negare la transustanziazione.
Mettere in dubbio la verginità di Maria.
Avere soggiornato in paesi eretici vivendo alla loro guisa.
Aver scritto contro il papa lo: “Spaccio de la bestia trionfante“.
Sostenere l’esistenza di mondi innumerevoli ed eterni.
Asserire la metempsicosi e la possibilità che un’anima sola informi due corpi.
Ritenere la magia buona e lecita.
Identificare lo Spirito Santo con l’anima del mondo.
Affermare che Mosè simulò i suoi miracoli e inventò la Legge.
Dichiarare che la S. Scrittura non è che un sogno.
Ritenere che persino i demoni si salveranno.
Opinare l’esistenza dei preadamiti.
Asserire che Cristo non è Dio, ma ingannatore e mago, e che a buon diritto fu impiccato.
Asserire che anche i profeti e gli apostoli furono maghi e che quasi tutti vennero a mala fine
Negazione dei dogmi della Chiesa
Riprovazione del culto dei santi
Disprezzo del breviario
Blasfemia
Intenzioni sovversive contro l’Ordine domenicano
Disprezzo delle reliquie dei santi
Negazione del culto delle immagini”.

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Monumento Giordano Bruno, bassorilievo “Il processo di Giordano Bruno

Filippo, aveva pensato di confessare e abiurare, e cosi non andare incontro alla condanna, ma alla fine davanti al Sant’ Uffizio confermo le sue idee, dicendo che non aveva niente di cui pentirsi.
Cosi 11 febbraio 1600, anno del XI giubileo, il tribunale lo condanna:

“…pronuntiamo, sentenziamo et dichiariamo te, fra Giordano Bruno predetto, essere eretico impenitente et ostinato […] et come tale te degradiamo verbalmente et dechiariamo dover essere degradato, sì come ordiniamo et comandiamo che sii attualmente degradato da tutti gl’ordini ecclesiastici maggiori et minori […] et dover essere scacciato, sì come ti scacciamo, dal foro nostro ecclesiastico et dalla nostra santa et immacolata Chiesa, della cui misericordia ti sei reso indegno; et dover esser rilasciato alla Corte secolare, sì come ti rilasciamo alla Corte di voi monsignor Governatore di Roma qui presente, per punirti delle debite pene, pregandolo però efficacemente che voglia mitigare il rigore delle leggi circa la pena della tua persona, che sia senza pericolo di morte o mutilatione di membro.”

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Monumento Giordano Bruno, dettaglio


«Maiori forsan cum timore sententiam in me fertis quam ego accipiam»

«Forse tremate più voi nel pronunciare contro di me questa sentenza che io nell’ascoltarla.»

Giordano Bruno rivolto ai giudici dell’Inquisizione.
È la frase che Bruno pronunciò, costretto in ginocchio, dopo aver ascoltata la sentenza di condanna l’8 febbraio del 1600.


Fu consegnato alle autorità romane, le quali disposerò per il rogo da svolgere al mattino del 17 febbraio 1600.
Arrivato in Campo de’ Fiori, Giordano, viene denudato legato al palo e bruciato, le sue ceneri furono gettate nel Tevere come segno di profondo disprezzo, in quello stesso giorno un’altro rogo si accese a Roma, in piazza San Pietro, tutte le opere di Giordano Bruno furono raccolte e bruciate, un evento che porta alla mente Berlino, 10 maggio 1933.

Cosi fini la vita di Giordano Bruno da Nola, “abbruciato”.

Poteva essere finito tutto qui, il male era stato eliminato dalla Citta Eterna.

il rogo, scena del film: Giordano Bruno del 1973, diretto da Giuliano Montaldo e con Gian Maria Volontè nel ruolo di Giordano Bruno
il rogo, scena del film: Giordano Bruno del 1973, diretto da Giuliano Montaldo e con Gian Maria Volontè nel ruolo di Giordano Bruno

Passarono circa tre secoli, nel 1849 nel punto del rogo fu alzata una statua a memoria del filosofo, ma le autorità vaticane su ordine di Pio IX intervennero distruggendo la statua.
Si arriva al 1889 quando il 9 giugno viene inaugurata l’attuale monumento edificato da Ettore Ferrari, il vaticano protesta, campo dei Fiori diventa luogo di raccolta per manifestare contro l’autorità clericale. La cosa e mal sopportata dalle autorità pontificie, al punto che papa Leone XIII minaccia di abbandonare l’Italia per rifugiarsi in Austria.

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Monumento Giordano Bruno targa

Cosi arriviamo al XX secolo, in occasione della firma dei patti lateranensi con lo stato italiano, 11 febbraio 1929, viene fatta una specifica richiesta da parte del Vaticano, abbattere il monumento a Giordano Bruno, fu solo grazie all’intervento personale del Duce, Benito Mussolini, che il monumento fu salvato.

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Monumento Giordano Bruno,Roma, Campo de’ Fiori

In un discorso tenuto da Benito Mussolini il 13 maggio 1929, alla camera dei deputati disse:

«Bisogna che io dichiari che la statua di Giordano Bruno, malinconica come il destino di questo frate, resterà dove è. È vero che quando fu collocata in Campo di Fiori, ci furono delle proteste violentissime; perfino Ruggero Bonghi era contrario, e fu fischiato dagli studenti di Roma; ma ormai ho l’impressione che parrebbe di incrudelire contro questo filosofo, che se errò e persisté nell’errore, pagò.»

Benito Mussolini
da Atti Parlamentari Tornata del 13 maggio 1929
http://storia.camera.it/regno/lavori/leg28/sed009.pdf

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Giordano-Bruno monumento


Certo leggendo nelle sue opere, le sue idee, queste anche oggi suscitano sorpresa, ma mi chiedo:

Perché questo odio dura da secoli nei confronti di un uomo di modeste origini ma che fece dello studio e della conoscenza la sua vita?

Un moderno Giordano Bruno sarebbe trattato in modo diverso?

Possiamo dire che oggi esiste una vera libertà di pensiero?

Le varie religioni e fazioni politiche accettano oggi il confronto delle idee senza gridare all’eresia o apostasia e dissidenza?

Se le varie religioni sono convinte che i loro credi e dottrine siano veri e fondati su fatti, perché temere i pensieri di singoli uomini?

Il parere di Trilussa:


“Fece la fine de l’abbacchio ar forno
perché credeva ar libbero pensiero,
perché si un prete je diceva: — È vero —
lui risponneva: — Nun è vero un corno! —

Co’ quel’idee, s’intenne, l’abbruciorno,
pe’ via ch’er Papa, allora, era severo,
mannava le scommuniche davero
e er boja stava all’ordine der giorno.

Adesso so’ antri tempi! Co’ l’affare
ch’er libbero pensiero sta a cavallo
nessuno pô fa’ più quer che je pare.

In oggi, co’ lo spirito moderno,
se a un Papa je criccasse d’abbruciallo
pijerebbe l’accordi cór Governo.”

Trilussa (Carlo Alberto Salustri) – Giordano bruno
Trilussa (Carlo Alberto Salustri)
ROBBA VECCHIA 1890-1912

Il monumento ricorda altri che nel corso dei secoli hanno sfidato il potere della chiesa, lo fa con dei medaglioni in bronzo che ricordano 8 personaggi:  Paolo Sarpi e Tommaso CampanellaPietro Ramo e Giulio Cesare VaniniAonio Paleario e Michele ServetoJohn Wyclif e Jan Hus

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Monumento Giordano Bruno, medaglione Paolo Sarpi
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Monumento Giordano Bruno medaglione: Tommaso Campanella

«Quest’ombra, pur non essendo verità,
deriva tuttavia dalla verità e conduce alla verità;
di conseguenza, non devi credere che in essa sia insito l’errore,
ma che vi sia il nascondiglio del vero.»

Giordano Bruno: De umbris idearum (“Le ombre delle idee“)


Per chi desidera approfondire, per me è stato di ispirazione e da cui ho tratto informazioni e citazioni il libro:
“Il sapiente furore – Vita di Giordano Bruno”, di Michele Ciliberto edito da Adelphi edizione 2020.


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